Milano, 21 aprile (VAGO.MAG) – Le aziende del legno arredo chiedono di ripartire. Ora, con tutte le precauzioni possibili. La peculiarità della filiera non ammette ulteriori fermi produttivi. Pena la possibilità che chi non dovesse farcela ora e dovesse chiudere non riuscirà a riaprire. A lanciare l’allarme dalle pagine del Corriere della Sera è Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile di Milano e proprietario di Kartell. Per il settore “l’ultimo bilancio ha solo una voce: zero costi, zero ricavi” evidenzia Luti, spiegando che “in Kartell saremmo pronti già da un mese”. Questo prevedendo “il distanziamento” e immaginando “tre turni di mensa. Potessi, farei tamponi e test sierologici a tutti i lavoratori di Kartell, dove lavorano anche i miei figli”. L’urgenza di una ripartenza dipende soprattutto dal fatto che “la filiera italiana dell’arredamento non deve spegnersi, è unica. La sua bellezza, che in questo momento è anche una fragilità, sta nell’essere composta da tante piccole realtà familiari che rischiano di non riaprire più”. Per quanto riguarda il Salone del Mobile, la cui edizione 2020 è stata annullata e rimandata al prossimo anno (con tutte le biennali insieme) “siamo favorevolissimi all’innovazione, al digitale che riesce a rendere virtuale quello che non può essere fruibile realmente. Ciascuno attiverà le proprie strategie e il Salone affiancherà le aziende nel periodo che ci separa dalla prossima edizione”. Certo, non manca di notare, “il Salone lo devi toccare… Quella sensazione è insostituibile”. E la prossima edizione, quella dei 60 anni, “presenterà un’offerta unica e straordinaria”. Pur con una “nuova mobilità”, la gente, ne è certo Luti, “avrà voglia di viaggiare, di muoversi, di tornare in Italia”.

11 Responses

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