“Devo il mio inizio a Gravina e alla signora Simoncini, alla frequentazione del negozio di via Cerva: erano gli albori di Flos, di Cassina, degli Scarpa. Dopo averli incontrati ho abbandonato la piccola produzione di gusto brianzolo e con il contributo di mio fratello Valentino e dei suoi colleghi dell’accademia di Brera ho iniziato a produrre i primi pezzi disegnati”. Lo raccontava in un’intervista del maggio 1988 alla rivista Gap Antonio Vago, mostrando di essere un vero precursore, fondatore e divulgatore di un gusto che sarebbe poi diventato sinonimo di made in Italy.
Un salto significativo dell’azienda avviene sull’intuizione dell’importanza che avrebbe assunto il mercato del contract, negli anni Ottanta, che si dimostra più che mai corretta. E’ così che Vago inizia a realizzare gli interni di banche e società finanziarie. Ben presto il negozio diventa un’area espositiva di dimensioni importanti, dove non solo si espongono oggetti di design, ma dove si respira arte, ci si incontra, si offre la migliore consulenza possibile. “Oggi – diceva nel 1988 Antonio Vago – non si può vendere un mobile. Devi vendere un mondo intero”. Il vantaggio competitivo, all’epoca, era rappresentato dal laboratorio interno dedicato al su misura. Lo è ancora oggi insieme alla rete di produttori locali che fanno capo alla Vago.
Oggi il timone è nelle mani di Simone Vago, che ha internazionalizzato il gruppo e consolidato il marchio nel mondo. Con lui lavorano Davide, a capo dello studio di architettura interno, e Rosy ancora saldamente in sella alla Vago con lo stesso entusiasmo degli inizi.