Top player arredo a Colao (Task Force), riaprire il 20 aprile

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“Le imprese del settore Arredo e Design, insieme a Federlegno, richiamano a gran voce l’importanza di tornare a produrre dal 20 aprile. E’ una scelta decisiva che inciderà profondamente sul futuro industriale, economico e sociale del nostro Paese”. Gilberto Negrini (B&B Italia), Rossella Bisazza (Bisazza) Roberto Gavazzi (Boffi), Kurt Wallner (Cappellini), Luca Fuso (Cassina), Matteo Galimberti (Flexform), Giovanni del Vecchio (Giorgetti), Renato Minotti (Minotti), Marco Piscitelli (Molteni Group), Nicola Coropulis (Poltrona Frau) firmano la missiva indirizzata a Vittorio Colao, a capo della task force voluta dal Governo per pianificare la ripartenza, e al ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli. Si tratta di un ulteriore passaggio rispetto alla precedente richiesta, che era stata avanzata all’Esecutivo prima di Pasqua, nella quale si domandava di consentire la ripartenza delle attività produttive subito dopo le festività. Così non è stato, e il termine del lockdown è stato prorogato al 4 maggio, con poche eccezioni. Ma arrivare al 4 maggio è un tempo giudicato non solo eccessivo, ma anche pericoloso e dannoso per la tenuta del sistema. “Il comparto Arredo e Design costituisce uno dei 3 settori strategici della produzione Italiana. Se riapriamo siamo ancora in tempo a sventare una tragedia industriale ed economica che falcidierebbe sul campo migliaia di imprese cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro. Se aspettiamo ancora occorreranno 10-20 anni per recuperare ciò che potremmo perdere in poche settimane” scrivono gli estensori di quello che hanno ribattezzato ‘manifesto’.

“L’andamento dei contagi – ribadiscono gli imprenditori – sta finalmente dando segnali positivi e incoraggianti. È venuto il momento di iniziare a pensare a una nuova fase che consenta agli Italiani di ritornare alla loro vita, sociale e produttiva, sempre nel massimo rispetto di tutte le contromisure necessarie per proteggersi dal virus”. Una decisione che va presa “per evitare che una grandissima tragedia umana e sociale si trasformi in una conseguente tragedia industriale ed economica, falcidiando sul campo migliaia di imprese e cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
Nella missiva si ricorda che il settore Arredo e Design costituisce uno dei 3 settori strategici della produzione italiana. Con la forza delle sue 20.000 imprese attive e 130.000 addetti primari, il settore sviluppa 23 miliardi di euro di fatturato, e un export che supera il 60%. Se volessimo considerare l’intera filiera Legno-Arredo allora avremmo 75.000 imprese attive con 315.000 addetti per un fatturato di 43 mld.
Tra le ragioni di una veloce ripartenza, innanzitutto il fatto che “le fabbriche sono luoghi sicuri. Seguendo, e spesso superando, i protocolli di sicurezza i nostri impianti sono oggi luoghi sicuri: layout produttivi che rispettano il distanziamento sociale, misurazione della temperatura attraverso moderni termo scanner, consumo di pasti distribuiti individualmente evitando la frequentazione delle mense, utilizzo di mascherine delle classi idonee e di camici e guanti dove previsto, regolare sanificazione degli ambienti attraverso i più moderni sistemi”.
Inoltre, “le aziende del settore dialogano costantemente con le autorità e sono attente e disponibili a valutare l’introduzione di norme e presidi che vadano anche oltre quanto previsto per legge. Quando un operario si reca in fabbrica oggi sa che sta entrando in un luogo controllato e sicuro come la propria abitazione, forse addirittura di più, o il supermercato dove si reca regolarmente a fare la spesa”
Oltretutto, “i nostri stabilimenti – evidenziano i sottoscrittori – sono ubicati in zone suburbane che consentono alle maestranze di poter raggiungere il luogo di lavoro in maniera autonoma, spesso addirittura a piedi oppure in bicicletta, senza quindi dover utilizzare i mezzi di
trasporto pubblico”.
In definitiva, le aziende del comparto “chiedono a gran voce di poter iniziare un percorso di progressiva e sicura riapertura già dal 20 Aprile.
Sono i nostri lavoratori stessi a chiedercelo, insieme ai clienti di tutto il mondo con i quali siamo in costante contatto ogni giorno.
Gli stabilimenti sono pronti e sicuri, le regole chiare e perfettamente attuabili. Misure di aiuto sul fronte finanziario e del credito sono certo importanti ma se non riparte la produzione non avremo più le aziende a cui questi provvedimenti sono destinati”.